L’attività video ovvero la settima arte si compone di molti elementi primo tra tutti è la foto-camera alla quale bisogna aggiungere il movimento e terzo il sonoro. Questa  triade complica notevolmente il procedimento e lo rende anche particolarmente dispendioso di risorse. Solo con l’avvento del digitale, l’uomo comune ha potuto cimentarsi con quest’arte senza tuttavia aver ancora trovato grandi risultati. Io ritengo che anche a livello professionale la qualità del prodotto artistico si notevolmente vincolata dal grosso dispendio di risorse. Non vedo ne a Hollywood ne altrove artisti che si distacchino da cliché del “lieto fine”. Il comunicazionismo video invece operando a livelli low cost è riuscito quanto meno a costruire un codice video capace di creare opere in modo controllato, liberando l’arte cinematografica dalla auto-celebrazione che ne vincola i risultati. Tecnicamente il comunicazionismo video si propone di usare strumenti facili ed economici allo scopo di non imbrigliare la creatività, e devo ammettere con  risultati sorprendenti, certo molto abbozzati ma germogli di nuove espressioni artistiche. Il comunicazionismo video ha quindi schematizzato la settima arte e ne possiede il totale controllo, a differenza di scuole come quella di Hollywood che continuano a scimmiottare i loro clichè. Temo che per Hollywood sia il declino a meno che non intraprenda la via del comunicazionista. Imparando dal Guru del comunicazionismo che sono io. Aggiungo soltanto: buona visione.

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